Storie di riparazioni

 

Ogni anno, milioni di tonnellate di oggetti rotti che potrebbero essere riparati vengono portati in discarica.
La legge è chiara: “si definisce rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi” (Direttiva 2008/98/CE – articolo 3, paragrafo 1).
Se sommiamo il valore dei rifiuti buttati via, secondo la definizione di cui sopra, si tratta di un enorme spreco di risorse, sia in termini di materiali che di energia. Come se non bastasse, c’è il costo della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, che hanno un enorme impatto ambientale.
Le politiche dell’UE sulla gestione dei rifiuti mirano a ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana e a promuovere un uso efficiente delle risorse. L’obiettivo a lungo termine è quello di ridurre le quantità di rifiuti prodotti, attraverso tre principi:

  • Prevenzione dei rifiuti
  • Riutilizzo e riciclaggio
  • Miglioramento dei metodi di smaltimento

 

Trendwatching.com, una società che monitora le tendenze economiche dal 2002, ha indicato nel 2014 che il vecchio modello di consumo fisico (acquistare, usare, dichiarare obsoleto, scartare) era stato esso stesso reso obsoleto, succeduto dal modello di miglioramento e aggiornamento continuo.

 

Questo nuovo sistema fa parte delle nostre vite già da molto tempo, anche se relegato al mondo digitale, dove siamo abituati a frequenti aggiornamenti volti a migliorare piuttosto che a sostituire il software.
E se potessimo esportare questo modello nella sfera dell’hardware?
Già dal 2011-2013, il progetto Interreg CERREC ha condotto la valutazione, la gestione della qualità e la diffusione degli articoli nell’ambito di un programma di riparazione e riutilizzo, in una nuova forma di gestione dei rifiuti nazionale e internazionale. Il progetto mirava ad attuare la nuova direttiva europea (direttiva quadro 2008/98/CE, novembre 2008) e ad incoraggiare il riutilizzo come nuova forma di gestione dei rifiuti attraverso la creazione di centri di riparazione e riutilizzo, con lo scopo di convertire il settore del riutilizzo in un fattore chiave nella gestione dei rifiuti. Il risultato fu una minore produzione di rifiuti e l’estensione dei cicli di vita dei prodotti.
A Londra nel 2012, Ugo Vallauri e Janet Gunter hanno lanciato il “Restart project” con l’obiettivo di promuovere i “Restart parties”: incontri volti a insegnare le competenze tecniche necessarie alla riparazione e alla manutenzione dell’elettronica di consumo.

Proprio insieme a “Restart project” siamo partner del progetto europeo RePlay che ha l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sui temi dei rifiuti elettronici ed economia circolare.
La sensibilizzazione sull’e-waste è un fattore chiave per promuovere stili di vita più sostenibili e aumentare l’interesse delle giovani generazioni sulla sostenibilità e le opportunità di business dell’economia circolare. Produrre formati e materiali riutilizzabili che possono essere usati da professionisti ed esperti che lavorano in musei, teatri e altre strutture simili/eventi pubblici è un mezzo per raggiungere un pubblico ampio e vasto (dalle scuole alle famiglie e ai cittadini) e aiutare a creare la massa critica necessaria per cambiare i comportamenti della società.
L’obiettivo del progetto REPLAY è quello di comunicare l’e-waste e l’economia circolare attraverso eventi rivolti al grande pubblico e realizzati in musei e altri luoghi. Gli eventi mirano a raggiungere e coinvolgere un vasto pubblico, con l’obiettivo finale di promuovere cambiamenti nei comportamenti e negli atteggiamenti nei confronti dei rifiuti elettronici. Durante il progetto, gli eventi definiti saranno messi in scena in Italia, Paesi Bassi e Finlandia. Ed è qui che nasce la rubrica “Storie di riparazioni“, in questo periodo dove incontrarsi in presenza è difficile, la rubrica vuole essere la vetrina per tutte le riparatrici e riparatori italiani, che nonostante la pandemia portano avanti con passione il proprio amore per la riparazione. Una rubrica bisettimanale dove verranno pubblicate le storie di successo (e insuccesso) di riparazioni.
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